Boom della bolla speculativa. Questa potrebbe essere la domanda da porsi difronte ai dati del 2011 del fotovoltaico italiano che ha visto una vera e propria "corsa" all'allaccio con una potenza installata senza precedenti. I numeri sono impressionati. A fine 2011, infatti, erano oltre 330 mila gli impianti installati per 12,8 GWp di capacità cumulata, dei quali ben 9 GWp di nuova capacità connessa nell'anno appena trascorso, contro gli 8 GWp di fotovoltaico previsti nel 2020 del piano nazionale per le energie rinnovabili (Pan) consegnato a Bruxelles a metà anno. Dati a parte, però, è necessario ragionare a fondo su questo fenomeno perchè in realtà èil prodotto non tanto di un improvviso quanto benefico sviluppo del settore in termini lineari, ma piùtosto il risultato di un continuo stop and go sul fronte normativo e degli incentivi, confusione che ha reso il mercato, secondo molti analisti, instabile e soggetto a cambiamenti repentini. Il decreto "Salva Alcoa" che ha solo prodotto 3,7 GWp d'installazioni, la repentina sostituzione del Terzo Conto Energia con il Quarto nel giro di pochi mesi - caso abbastanza unico in Europa - hanno creato un quadro d'incertezza che ha sconvolto il mercato del fotovoltaico, favorendo le incogruità e innescando la corsa all'installazione, portando a questo risultato, numericamente rilevante, ma in uno scenario d'incertezze di mercato che non permette alle aziende di crescere con la tranquillità necessaria. E in questo quadro di riferimento, infine, appaiono più che credibili gli obiettivi delle modifiche del Pan che fissano un target di 16GWp entro il 2016, stima in realtà prudenziale, perchè non sono pochi gli analisti che danno come ragionevole uno sviluppo di 2,5GWp l'anno per i prossimi 5 anni.

PRODUZIONE PROBLEMATICA

Grande espansione nel 2011 quindi, ma non senza problemi. Verso la fine del 2011, infatti, si sono presentate diverse problematicità nel settore fotovoltaico specialemnte sul lato produzione.Il forte surplus produttivo e il crollo verticale dei prezzi sicuramente saranno due fatti che  ci accompagneranno per tutto il 2012 con effetti che sono già evidenti. Molti operatori asiatici stanno subendo contrazioni di fatturato e alcuni persino delle perdite, mentre grandi nomi sia statunitensi, sia europei hanno aperto procedure d'insolvenza. La produzione delle celle fotovoltaiche nel 2011 è oscillata tra i 28 e i 35 GWp di capacità produttiva, un incremento del 37% rispetto al 2010. Al 2015 la stima è che si arrivi a 113 GWp di capacità produttiva, con la che Cina in pole position toccherebbe il 50.7% seguita da Taiwan con il 15,2%, l'Europa con il 7,6% ed il Giappone con il 6,3%.Ma è necessario prestare attenzione al fatto che le celle fotovoltaiche non sono l'unico elemento che concorre a realizzare la catena del valore, poichè per l'industria fotovoltaica sono importanti sia la parte a monte della filiera, sia quella a valle. Sotto a questo profilo è indicativa l'esperienza tedesca nella quale a fronte dell'importazione del 66% delle celle si registra un 60% del valore aggiunto degli impianti che rimane in Germania. "La nostra risposta al mercato che diventa più problematico si chiama innovazione - ci dice Carmine Dimasi -amministratore e fondatore di Eosolare azienda attiva nel settore del fotovoltaico e termico dal 1998, con sede in provincia di Matera- Stiamo puntando  sia sull'integrazione architettonica totale, sia sui pannelli fotovoltaici classici, sia sui sistemi ibridi che uniscono il fotovoltaico e il termico, grazie alla collaborazione di molteplici aziende italiane. In questo modo abbiamo messo a punto sistemi  per rispondere al Titolo Terzo del Quarto Conto Energia. L'innovazione è la chiave per riuscire a battere la forte concorrenza da parte delle aziende asiatiche, in un mercato dove è il prezzo a farla da padrone e al quale a nulla sono serviti gli incentivi per il "Made in Europe" visto che le imprese extra UE sono riuscite a trovare degli escamotage per scavalcare questo aspetto del Conto Energia.Dal nuovo pannello ibrido ci aspettiamo parecchio. I test di mercato che abbiamo fatto hanno avuto risposte molto incoraggianti, con oltre 600 richieste d'informazione. Del resto il prodotto godrà dell'incentivo più alto per il fotovoltaico, 0,418 per il kWh prodotto, godrà della detraibilità del 55% dell'Irpef e dovrebbe avere l'accessibilità al Conto Energia Termico quando questa incentivazione andà a regime. Il tutto ad un costo indicativo di 12.000 euro più iva, per 3kWp fotovoltaici, inverter, gruppo di svuotamento e set di montaggio compresi. Inoltre sul fotovoltaico tradizionale  abbiamo dovuto adeguarci alla diminuzione dei prezzi che si sono quasi dimezzati, ora siamo sotto l'euro per Wp, sia per il cristallino che per il monocristallino. Il mercato, inoltre, è cambiato a livello strutturale e si sta andando, per quanto ci riguarda, più sui piccoli impianti che sulle coperture industriali perchè l'investimento iniziale su queste soluzioni è alto non è sostenibile in molti casi visto il momento di crisi. Ese a tutto ciò aggiungiamo i ritardi con i quali il GSE paga gli incentivi, che in alcuni casi arrrivano a 6 mesi e più creando problemi ai flussi di cassa, ci si piò rendere conto di quanto sia grave la stretta di liquidità".

di Sergio Ferraris

Estratto da pagg.14-16